
I Giochi Olimpici del 1936
XI Olimpiadi
Nel 1931 il Comitato Olimpico Internazionale decise che Berlino avrebbe ospitato i futuri Giochi Olimpici. All'epoca la Germania era ancora una repubblica democratica. In seguito, quando nel 1933 Adolf Hitler salì al potere, molte nazioni avanzarono la proposta di cambiare sede, ma il CIO rifiutò. Anche il Führer all'inizio si mostrò molto riluttante all'idea di dovere organizzare i Giochi; quando però Joseph Goebbels, ministro della propaganda, gli fece capire che tale occasione poteva rivelarsi un'efficace opera propagandistica per il suo regime nazista, Hitler cambiò idea.

Il governo tedesco non badò a spese: vennero costruiti impianti e strutture all'avanguardia per l'epoca, che rappresentavano pienamente il gusto moderno del tempo. Fu pubblicato anche un bollettino quotidiano, l'Olympia Zeitung, stampato in 14 lingue.

L'edizione fu anche la prima ad essere ripresa dall'occhio delle telecamere della televisione: il regime tedesco mise in onda il primo programma televisivo regolare al mondo per permettere ai possessori dell'apparecchio di seguire la visione in diretta dell'evento.
La solenne cerimonia di apertura delle olimpiadi avvenne il 1º agosto, in un pubblico entusiasta di 120.000 persone che gridava a gran voce "Heil Hitler"; il punto culminante dei festeggiamenti fu durante l'ingresso nello stadio di un tedoforo che reggeva la fiaccola accesa a Olimpia e arrivata, dopo un viaggio di 3.075 km per tutta l'Europa, a Berlino, grazie a staffette che avevano percorso circa 1 km a testa. Da allora tale procedura sarebbe divenuta tradizione a ogni edizione delle Olimpiadi. Tutto questo portò a un'Olimpiade organizzata perfettamente, e mai come prima i Giochi coinvolsero il pubblico: furono venduti oltre quattro milioni di biglietti.
Il comitato olimpico tedesco, in conformità alle direttive naziste, impedì ai tedeschi di origine ebrea o rom di partecipare ai Giochi olimpici; l'unica ebrea tedesca a prendervi parte fu la fiorettista Helene Mayer.
In paesi come gli Stati Uniti si formò un movimento per il boicottaggio delle Olimpiadi di Berlino 1936, che ebbe anche il consenso del presidente Roosevelt, il quale alla fine permise agli atleti statunitensi di partecipare.
Vennero aggiunte le prove di canoa, di pallamano, di pallacanestro (che era comparsa per l'ultima volta nell'Olimpiade del 1904) e di baseball (a livello dimostrativo). In aggiunta si tennero anche delle sfilate e dei saggi della gioventù hitleriana in stile ellenico. Il vero miracolo fu comprimere questo programma sterminato nelle ormai canoniche due settimane di durata dei Giochi.
Il successo dell'équipe tedesca fu agevolato sia dal "dilettantismo di Stato" che consentì agli atleti di prepararsi a tempo pieno, senza preoccupazioni economiche (in quanto furono alimentati, curati ed alloggiati a spese dello Stato), sia dall'introduzione di alcune nuove specialità, come la canoa e il kayak, poco praticate dagli altri paesi.
La Germania ben figurò, non salendo sul podio solo nel calcio, nel polo e nel basket. Inoltre, nella maratona, due coreani allora "sudditi" del Giappone vinsero oro e bronzo, e nel calcio la Germania assistette alla vittoria della Nazionale italiana, che aveva già vinto la Coppa del Mondo nel 1934.
IL CASO OWENS
Ai Giochi Olimpici Owens vince ben 4 medaglie d'oro: nei 100 metri, nei 200, nel salto in lungo e nella staffetta 4 x 100., stabilendo per ognuna di queste un record mondiale.
La leggenda vuole, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, che Hitler rifiutò di riconoscerne le vittorie. Egli, infatti, non celebrò alcuna vittoria, ma anzi mentre l'atleta statunitense passava sotto la tribuna d'onore venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose.