Il Gioco

Fino ai primi anni del Novecento, il gioco era associato alla ricreazione scolastica o confinato nel tempo libero.

Con i pedagogisti moderni, abbiamo assistito ad una rivoluzione.

È stato dimostrato come il gioco abbia un importante funzione nello sviluppo delle capacità creative, cognitive e relazionali. Il gioco può arricchire l'apprendimento e aiuta a sviluppare competenze indispensabili per la vita.

Queste attività crescono e si modificano con lo sviluppo intellettivo e psicologico del bambino, anche se rimangono una tappa fondamentale nella vita di ogni uomo qualunque sia la sua età.

Schiller disse che l'uomo è veramente se stesso solo mentre e quando gioca poiché mantiene libera la propria mente da qualsiasi pensiero, e può scaricare la sua emotività e il suo istinto.

Nel gioco il bambino sviluppa le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali.

Molti studiosi, tra i quali antropologi, pedagogisti, filosofi e psicologi si sono occupati di comprendere in che modo l'attività ludica sia da mettersi in relazione con lo sviluppo del fanciullo.

Sono state formulate diverse teorie in merito al ruolo del gioco nella crescita del fanciullo. Tra questi possiamo ricordare come principali Fröbel, Freud e Piaget.

  • Fröbel nella sua attività pedagogica, considerava il gioco non come una forma di svago o divertimento, ma come lo strumento attraverso il quale il bambino imparava a mettersi in relazione con gli altri individui e con la realtà esterna. Per mezzo del gioco e in modo spontaneo e naturale, il bambino impara a conoscere sia le forme e le loro proprietà, sia i numeri. Nelle scuole fondate da lui, I giardini d'infanzia, (Kindergarten) mise a disposizione dei suoi allievi alcuni giochi, dei solidi geometrici, impiegati come strumenti didattici.
  • Freud ha studiato principalmente la connessione che c'è tra il gioco e la psiche del bambino. Inoltre, ha notato che i bambini spesso cercano di inventare giochi che presuppongono l'identificazione in ciò che si ama o in ciò che si teme. In entrambi i casi, comunque, il bambino può esplorare una realtà emotiva e quindi conoscerla e dominarla.
  • Piaget attribuisce al gioco un ruolo rilevante per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo del bambino. Egli matura superando una serie di tappe, di conseguenza anche il suo modo di giocare cambia quando il bambino cresce.

Durante questo ultimo anno, costretti principalmente in casa, ho spesso pensato ai momenti che trascorrevo giocando con le mie amichette, con i miei fratelli, da sola e a quanto mi mancassero. Ritrovandoci tutti in casa, abbiamo riscoperto il piacere di trascorrere molto tempo a giocare, la sera, tutti insieme. I miei genitori, i miei fratelli ed io.

Per tale motivo ho scelto questo argomento per la mia tesina, parlando di quanto il Gioco sia, in fondo, un argomento comune a tutte le materie d'esame.

Infine, il gioco ha una funzione catartica perché permette di liberarsi da ciò che crea paura e consente di controllare la realtà esterna. Ecco perché ho scelto di parlare di un libro, e del film tratto da esso, che rispecchia tale affermazione.







Bibliografia:

F. Fröbel - Gioco e infanzia

J.J. Rousseau - Emilio

S. Freud - Il bambino nella psicoanalisi

J. Piaget - Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia

Greta Pirino

Istituto Comprensivo F. Negri

Casale Monferrato

 Anno scolastico 2020/21

 

Classe III A

Scuola Secondaria di Primo Grado

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