
GIOCHI DEL FASCISMO
GIOCHI FASCISTI

Tra i giochi descritti e consigliati in modo particolare per i giovani Balilla, non a caso, c'era la caccia tra le siepi. In breve, un gruppo di giovani doveva disporsi in file parallele e toccarsi allargando le braccia, formando una sorta di siepe umana, lungo i cui sentieri altri due ragazzi (una preda e un cacciatore, che partivano da estremità opposte) dovevano muoversi sfuggendo l'uno all'altro. La siepe era però mutevole, perché ai comandi del professore i giovani che la costituivano dovevano cambiare fronte, muoversi ordinatamente, e così via... Con l'esecuzione di questi ordini di stampo militaresco i ragazzi si abituavano a rispettare i comandi di un superiore e a mostrare ordine e disciplina.
Altra attività diffusa tra gli Avanguardisti era il gioco della trincea. I giocatori, disposti in due squadre, dovevano conquistare il campo nemico eliminando i difensori della linea divisoria (la trincea, appunto). I "prigionieri" diventavano alleati di chi li aveva catturati e formavano catene umane per impedire l'ingresso di altri nemici. Quando restava un solo giocatore libero, il gioco finiva. Ma al di là delle regole, lo stampo e la direzione di un gioco simile non necessitano di spiegazioni.
Basta elencare solo i nomi di altri giochi consigliati per i Balilla e gli Avanguardisti per evocare lo stesso spirito bellico che si manifesta in quelli già descritti: marcia militare, sfida, porta ordini, campo difeso, rapire e difendere le bandiere, trasporto di feriti, lotta coi bastoncini, tiro a segno, gioco della guerra, attacco al castello. Nel complesso, l'idea era quella di un gioco che simulasse le attività richieste nella vita adulta, un gioco non funzionale a completare la dimensione fantasiosa e libera dei bambini, ma al contrario a piegarla e plasmarla intorno alle necessità militari/ideologiche del regime. Una subdola appropriazione indebita dell'infanzia.